La stima di sé generalmente si percepisce come un fenomeno importante che riguarda tutti da vicino, che in qualche modo influenza la vita, ma che è difficile da definire e comprendere fino in fondo. Come si potrebbe quindi definire questo aspetto della personalità e quali sono gli elementi per determinarla?
Nathaniel Branden , uno studioso che si occupa da più di quarant'anni di stima di sé, sostiene che, contrariamente ad un'opinione abbastanza diffusa, l'interesse per la stima di sé non è semplicemente una moda.
Per cercare di chiarire, partendo dall'etimologia, troviamo il verbo stimare derivante dal latino aestimare che significa valutarenella duplice accezione di: determinare il valore di e avere un'opinione su .Da questo punto di vista il concetto di stima di sé racchiude:
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In questo senso la stima di sé si connota come un'esperienza molto soggettiva, legata più a ciò che ciascuno sente e pensa a proposito di se stesso, che non a quello che gli altri credono di lui. In effetti, se ci pensiamo bene, di tutti i giudizi che vengono pronunciati su di noi durante la vita il più importante, e a volte il più critico, è proprio il nostro.Ad esempio, una persona potrebbe sentirsi molto amata in famiglia, dal partner, dagli amici, godere di ammirazione e stima da parte dei colleghi di lavoro e ciò nonostante potrebbe anche non amarsi, o non ritenersi meritevole di tutta la considerazione e stima che gli altri le attestano. Addirittura, qualcuno potrebbe corrispondere in tutto alle aspettative degli altri e tuttavia non essere soddisfatto di sé, oppure aver conseguito traguardi notevoli e sentire che non è abbastanza o che non ha realizzato niente di quello che effettivamente voleva, oppure ancora essere giudicato dagli altri equilibrato e sicuro e sentirsi del tutto inadeguato. Come si vede, in tutti questi frangenti, più che da elementi oggettivi, o da giudizi altrui, ciò che rende insoddisfatta o perplessa la persona nei confronti di se stessa e di quanto ha fatto, è appunto il giudizio, il valore che lei stessa si dà.SecondoBranden , avere una buona considerazione di se stessi, quindi giudicarsi e pensarsi in termini favorevoli, agisce come una sorta di sistema immunitario dello spirito, che consente di affrontare in modo efficace quanto la vita ci propone e di attingere a capacità di ripresa qualora ci si confronti anche con gli inevitabili insuccessi ; viceversa, una considerazione negativa di se stessi può determinare un maggior timore nell'affrontare i problemi e le circostanze della vita e una minore capacità di recupero di fronte agli insuccessi.Pertanto, credere nel proprio valore e sentirsi intimamente sicuri, aiuta a rispondere adeguatamente a sfide e opportunità , viceversa se non crediamo in noi stessi e nelle nostre capacità e nel nostro essere degni d'amore e di stima affronteremo la vita con più difficoltà.In effetti, se ci pensiamo, quanto è più alta la stima di noi stessi, tanto più tendiamo a essere ambiziosi, non solo e non necessariamente per quanto concerne la carriera o i guadagni, ma più in generale, per tutto ciò che speriamo di ottenere dalla vita, sia nell'ambito affettivo e sentimentale sia nella sfera intellettuale, creativa, spirituale. Viceversa, più è bassa la stima di noi stessi, più i nostri obiettivi sono limitati e addirittura più difficile diventa raggiungerli . Entrambe queste posizioni tendono a rafforzarsi e a perpetuarsi: più ci stimiamo più sentiamo il bisogno di esprimere la nostra ricchezza interiore e di confrontarci con gli altri quando invece ci sottovalutiamo diventa più difficile portare avanti le proprie idee, esprimere i propri sentimenti e in ultima analisi entrare in relazione con gli altri.Ma attenzione, come già sottolineato, la stima che abbiamo di noi, non dipende dal giudizio o dall'approvazione degli altri. Infatti anche aspetti importanti che possono farci sentire meglio nei confronti di noi stessi, o metterci al riparo da un possibile giudizio negativo esterno, o ancora farci sentire maggiormente a nostro agio in situazioni particolari - ad esempio un buona cultura, il matrimonio, la maternità o la paternità, le ricchezze materiali, l'impegno filantropico, le conquiste sessuali, i lifting o altro ancora - non sono aspetti costitutivi della stima di sé. Questi aspetti possono influenzare la stima di sé ma non la determinano.In effetti,la stima di sé è un qualcosa che tocca gli aspetti più profondi e intimi della nostra persona essendo connessa sia al percepirsi come individui competenti - quindi capaci di affrontare la vita, di imparare, scegliere e prendere decisioni adeguate - sia al percepirsi come persone degne di essere amate.
Fonte: Dott.ssa E. Maino/Benessere
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